“Là sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la Via Santa; (nessun impuro vi passerà) essa sarà per quelli soltanto; quelli che la seguiranno, anche gli insensati, non potranno smarrirvisi. In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi metterà piede o vi apparirà, ma vi cammineranno i redenti” (Isaia 35:8-9).

Bellissima metafora usta dal profeta Isaia per descrivere la facilità con cui si individua la via tracciata dal Signore per tutti coloro che desiderano seguirlo. Una strada maestra da percorrere unicamente uniformando il nostro pensiero con quello del Maestro. Infatti, Gesù disse: “Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:5-6).

Il pensiero di oggi, tuttavia, non si armonizza con queste parole di Gesù. La maggioranza di coloro che afferma di credere pensa che la dottrina non conti nulla, che siano importanti solo i sentimenti e che ognuno può avere il suo modo di credere in Gesù.

Il pensiero della modernità liquida del filosofo polacco Zygmunt Bauman, recentemente scomparso, ha influenzato non poco il pensiero che non esista una verità assoluta; infatti, questa definizione è generalmente usata per affermare l’idea che l’unica costante dell’uomo sia il cambiamento e l’unica certezza sia l’incertezza.

Viviamo in un mondo presuntuoso e arrogante, soprattutto quando si parla di religiosità o di spiritualità. Paolo apostolo scrive nella sua prima lettera ai Corinzi (8:2) “Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere”. Parole più che mai attuali.

Oggi tutti si sentono “tuttologi” ma parlano, quasi sempre, per sentito dire e senza avere reali conoscenze. La cosa singolare, molto contraddittoria, è che pur definendo il nostro un paese che affonda le proprie radici nella “cultura cristiana”, la maggioranza delle persone non ha mai letto la Parola di Dio, e di fatto non sa assolutamente cosa essa dica realmente, né tantomeno conosce veramente Cristo. Pur pensando di essere esperti in tutto, quando si tratta di religione, la si delega alla guida di altri. Siamo un paese legato ancorato alla superstizione, agli oroscopi, ai veggenti e a altre mille vuote e inutili tradizioni ed è triste vedere che i luoghi comuni e la superficialità la fanno purtroppo da padroni.

DUE MONITI DALLA BIBBIA

La Scrittura ispirata da Dio ci invita per prima cosa a non crearci un Dio che rispetti il nostro modo di pensare. Farsi una raffigurazione di Dio a proprio uso e consumo è una violazione effettiva del secondo comandamento (che pochi conoscono) quanto rappresentarlo con statue o dipinti (“Non farti scultura, né alcuna immagine delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare davanti a tali cose e non le servire, perché io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso” – Esodo 20:4-5). Sentiamo spesso dire “mi piace pensare a Dio come …”. Ragionando così ognuno si crea un’immagine di Dio che non corrisponde alla realtà. Paolo afferma che “il mondo non ha conosciuto Dio con la propria sapienza” (1 Corinzi 1:21) ed è proprio per questo limite dell’uomo che Dio si è rivelato a lui attraverso il Vangelo, che è la Sua potenza per condurre alla salvezza (Romani 1:16).

Seconda cosa importante che richiede la Scrittura è di accostarsi a Dio nel modo giusto. Il modo che Lui comanda ed esige. Per capire che Dio non gradisce altri modi di servirlo, basti ricordare come non accettò l’offerta di Caino (Genesi 4:59), oppure di come non gradì l’offerta dei figli di Aronne, Nadab e Abiu, che Gli dedicarono un fuoco che Lui non aveva comandato (Levitico 10:1-3).

Dio ha stabilito un “protocollo” molto preciso per accedere alla Sua presenza. La via che ha tracciato è una strada dove nessuno può smarrirsi, neppure gli stolti, come afferma il profeta Isaia (35:8-9), ed è l’unico modo per diventare cristiani.

È necessario dunque rispettare la Sua sovranità; infatti, la distanza morale tra Dio e l’uomo è incolmabile perché Dio è santo, l’uomo peccatore; Dio è saggio, l’uomo stolto; Dio è verità, l’uomo è bugiardo; Dio è sovrano dell’universo, l’uomo è una creatura piccola e inutile.

Questa distanza non è colmabile dall’uomo. L’uomo non può far nulla per avvicinarsi a Dio, è stato Dio che si è avvicinato all’uomo. Dio ha avuto pietà dell’uomo ed è andato da lui.

Gesù disse: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:32). Allora per uscire dalla caverna dell’ignoranza abbiamo bisogno di conoscere Dio seriamente. Gesù ci invita a ragionare con la nostra testa e usare la nostra intelligenza per capire e vivere la sua Parola. È necessario uscire dal tunnel dell’ignoranza per dare senso e identità alla nostra vita: “Perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre» è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2Corinzi 4:6).

Gesù si presenta come “la Via, la Verità e la Vita” (Giovanni 14:6).

Una Via da percorrere insieme la Lui nella Sua chiesa, ossia con gli altri, così da sconfiggere l’isolamento, l’inimicizia, l’odio, l’egoismo, la prevaricazione dell’altro. Una via tracciata in maniera seria e precisa dalla sua vita e dal suo insegnamento. Una via segnata dal suo sangue sparso sulla croce per cancellare i nostri peccati: “Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia” (1Pietro 1:18-19).

Una Verità assoluta impersonificata dal Signore ed espressa dalle sue parole e dai suoi insegnamenti, dal suo modo unico di comunicare le realtà celesti attraverso esempi di vita quotidiana come le parabole. Una verità unica, immutabile, eterna che sola può portare l’uomo che si affida ad essa alla vita eterna. Tanti discorsi del Signore iniziano con la frase “in verità io vi dico…”, “In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna” (Giovanni 6:47); “In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte” (Giovanni 8:51); “Santificali nella verità: la tua parola è verità” (Giovanni 17:17). Una verità cui bisogna prestare attenzione per ubbidire “Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amore fraterno” (1Pietro 1:22). Una verità legata alla vita pratica di tutti i giorni, una verità, allora, che non solo ci proietta verso l’eternità ma ci fornisce anche il modo migliore di comportaci. “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità”(1Giovanni 3:18).

Una Vita nuova da vivere in comunione con Dio come figli: “Perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù”(Galati 3:26). Una nuova vita che apre le porte alla vita per eccellenza, quella eterna: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10).